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Vita di don Giovanni Rossi

di Roberto Magni

 

7. Un prete sul serio

 

Don Giovanni fu sacerdote per oltre 66 anni, e di giorno in giorno sempre più amava il suo sacerdozio. Ne era orgo­glioso e fiero. Diceva negli ultimi anni: è bello essere preti. . . se dovessi rico­minciare la mia vita farei ancora il prete! Visse il suo sacerdozio con piena consa­pevolezza e grande senso di dignità, an­che nel suo comportamento esteriore. Soprattutto lo visse con profonda con­vinzione interiore. Quanti lo avvicina­vano erano sempre colpiti dal fascino della sua persona. Molte volte ripeteva­no: è veramente un prete... è un prete sul serio.

Don Giovanni amò intensamente i sa­cerdoti: per molti e molti anni predicò Corsi di Esercizi Spirituali e tenne gior­nate di ritiro per il Clero, portò la sua parola nei Seminari regionali e diocesa­ni. Quanti sacerdoti, dopo quegli incon­tri, non lo hanno potuto dimenticare per tutta la vita!

Amava ripetere: "per un sacerdote la S. Messa è tutto". E nella sua lunga vita la Messa fu sempre al centro di ogni gior­nata. Con sforzo e fatica volle celebrare fino a tre giorni prima della morte. Ri­peteva spesso: celebra la Messa come se fosse la prima, l'ultima, l'unica. E la­sciò scritto: la più bella Messa sia la mia morte. E il Signore accolse il suo deside­rio: mentre accanto alla sua camera si celebrava la Messa, durante la consa­crazione egli compì il suo sacrificio. Egli ebbe ancora una fede ferma e viva nella presenza di Gesù Cristo nell'Eu­carestia e il suo amore lo ha sempre por­tato dall'altare al tabernacolo. Amava l'adorazione personale, ma ancora più le solenni adorazioni pubbliche. Ricor­dava spesso come i momenti più belli della sua vita le veglie eucaristiche con i giovani dell'Azione Cattolica milanese in San Raffaele; le nottate nelle Cappel­le della Compagnia San Paolo in Via Santa Sofia e Via Mercalli; le solenni adorazioni e le grandi veglie eucaristi­che della sua vita missionaria, in tante città d'Italia.

Don Giovanni fu un apostolo ardente e un annunciatore instancabile di Cristo. Amava la folla e le grandi manifestazio­ni; non per un senso di trionfalismo, ma perché, diceva: la folla chiama folla; l'entusiasmo si accende e dilaga. Gode­va immensamente nel parlare nelle chiese affollate e nelle grandi adunanze nei teatri, nei luoghi di lavoro, sulle piazze. Sapeva trovare sempre le espressioni più opportune e adatte per esprimere le grandi verità della fede. Non si sentiva uomo di cultura, ma sa­peva accostarsi anche alle grandi intel­ligenze, sempre per portare una parola penetrante di fede, tutti conquistando con il suo sorriso. Amava ripetere: "per noi missionari è più facile parlare che ta­cere!".

Come fondamento di ogni suo aposto­lato Don Giovanni ha sempre avuto un amore e un attaccamento quanto mai fermo verso la Chiesa e il Vicario di Cri­sto. Ogni apostolato viene dalla Chiesa e solo la Chiesa può dare il mandato di evangelizzare Gesù Cristo. E solo nella perfetta comunione con la Chiesa e con il suo Capo si può evangelizzare. Non solo lo affermava con la parola, ma ne era perfettamente convinto e in questa certezza sempre ha vissuto e lavorato in tutta la sua lunga vita, conclusa in As­sisi nel pomeriggio di lunedì 27 ottobre 1975, all'età di 88 anni e otto mesi.

 

                                                                               Roberto Magni

 

 

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