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(Letizia)

Cari amici e amiche,

è vero, aspettavamo con ansia questo seminario con mille spunti da affrontare e confrontare, ora ci troviamo sospesi in questo limbo impalpabile e inconsueto che ci ha tolto proprio quei mezzi di comunicazione che vanno oltre il linguaggio e la scrittura.

Il tema è molto ampio e può scavare in ogni ambito e momento della nostra vita, di ferite credo che ognuno di noi sia pieno, ferite piccole, superficiali, o estese e profonde, molte si sono cicatrizzate senza lasciare traccia apparente, altre hanno avuto bisogno di tutta la nostra forza interiore e della nostra capacità di resistere al dolore per superarle, con fatica, a volte, nonostante tutto, col sorriso sulle labbra, altre con smorfie di dolore tangibile, altre ferite sono sempre presenti, come un coltello conficcato in profondità.

Abbiamo dovuto tirar fuori tutta la nostra resilienza per far fronte a tutte le prove della vita e a grandi calamità, ora più che mai.

Anche gli abbracci nella nostra vita sono stati molti e molto diversi, più o meno intensi, alcuni leggeri, sorridenti, felici, morbidi, accoglienti, rassicuranti, pieni di amore, altri purtroppo negati, altri troppo violenti.

Il perdono ugualmente lo abbiamo messo in atto spesso, anch’esso di diverso genere, a volte con molta facilità, altre volte con percorsi interiori molto difficili.

Penso che ognuno di noi possa ricordare tante emozioni da poter riempire interi volumi,

ma quando le ferite non si riesce rimarginarle? Quando il dolore è troppo forte? Quando gli abbracci che vorremmo non arrivano, quando da belli diventano stritolanti?

Quando il perdono, a volte tanto facile, non si riesce a dare o addirittura diventare molto

pericoloso?

Personalmente sono convinta che una delle situazioni in cui non sia possibile accettare tutto ciò, sia da ricondurre al tema della violenza sulle donne, che credo sia stato anche lo spunto iniziale di questo seminario. Penso che le donne che vivono relazioni malate e violente siano fin troppo abituate a rimarginare in silenzio le proprie ferite, credendo che ogni volta sarà l’ultima, troppe volte hanno accettato abbracci stritolanti e tutt’altro che amorevoli, troppe volte hanno continuato a perdonare, a volte fino all’estremo sacrificio soprattutto se hanno dovuto difendere i propri figli. Quasi sempre hanno dovuto tacere e si sono ritrovate da sole, per credere comunque all’uomo che pensavano di cambiare, negando persino alle proprie madri di aiutarle. Quelle madri che spesso pur essendo consapevoli hanno dovuto assistere inermi alla rovina delle proprie figlie.

Si fa fatica a pensare di poter perdonare individui violenti e possessivi che annullano mentalmente e fisicamente le proprie compagne, addirittura, come già detto, il perdono diventa un grande pericolo.

Sappiamo tutti che quella dei femminicidi e’ una strage quotidiana ed enorme che non riusciamo ad arginare e che ancora troppe sono le omertà e i retaggi che, invece di aiutare, condannano le donne.

Sarei grata ai relatori se volessero esprimere i loro pareri su questa dolorosissima problematica, donandoci strumenti di aiuto.

Grazie e un abbraccio bello a tutti!

Letizia

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