La stella cometa, che non mancava nei Presepi, memoria gioiosa della nostra infanzia, brillava sulla grotta con la sua modesta carta d’argento, pazientemente ritagliata a dovere.

La stella della creatività di Alda Merini ha la coda in fiamme si direbbe, dardeggia, come a significar l’urgenza di raggiungere gli impensabili destinatari, i diseredati, i pastori che dormivano sotto le stelle e che, anche per questo, avrebbero colto, essi per primi, la parola di fuoco: Pace agli uomini di buona volontà.

La breve e pregnante poesia della Nostra si chiude con un interrogativo affascinante e al tempo stesso inquietante: chi ti metterà sulla guglia più alta del mondo?

Un interrogativo che interpella la nostra vita, forse smarrita in tante direzioni, priva del filo rosso del tessuto di quei valori che traggono linfa autentica dal mistero del Dio Bambino nella povera grotta di Betlemme.

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